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Come disdire il canone RAI se non hai la TV

Sul sito della RAI, sono parchi di informazione su come si faccia a disdire l’abbonamento quando uno non abbia la TV.

Da tempo ricevo lettere dalla RAI che mi intima di pagare il canone ed io le ho fino a qualche tempo fa ignorate in quanto non posseggo TV o altri oggetti che mi permettano di captare il segnale televisivo. Poi ho deciso di far chiudere loro la pratica a mio carico rendendoglielo noto con questa raccomandata A/R:

Oggetto: protocollo blah blah

Egregio Sig./Sig.ra,

in relazione alla Vostra missiva con Vostro protocollo blah blah mi pregio di comunicarVi che né io sottoscritto né i membri del mio nucleo familiare disponiamo di alcun apparecchio televisivo o decoder digitale od altro apparecchio atto od adattabile alla ricezione dei segnali TV, presso la residenza principale e/o altre dimore. Per questi motivi non risulto tra gli elenchi dei Vostri abbonati.

Sicuro di averVi fornito tutte le informazioni utili alla chiusura della pratica a mio carico, porgo i miei

cordiali saluti,

Edoardo Pasca

Qualche giorno fa ricevo risposta dalla RAI che l’informazione che ho fornito non è sufficiente! Devo compilare ed allegare un’altra dichiarazione (autocertificazione), del tutto identica nella forma e nei contenuti a quella che ho spedito io ma che è un prestampato della RAI medesima!!!

Allora esiste! Quindi per chiunque voglia fare questa dichiarazione, si stampi questa lettera

Disdetta Canone RAI per non possesso TV

Disdetta Canone RAI per non possesso TV

e la mandi a

ALLA
RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA
Direzione Canone
Via Giovanni Carlo Cavalli 6
10138 TORINO TO

Vaccini e Autismo ovvero dei limiti della scienza medica

Essere quasi genitori ti pone di fronte ad alcune scelte da prendere. Sono momenti difficili perchè queste decisioni andranno ad influire non direttamente su te stesso ma su un’altra persona. Sto scoprendo l’acqua calda, probabilmente penseranno i miei, ma questo è il momento in cui la scopro.

Recentemente mi è capitato di approfondire la questione del vaccino trivalente (contro morbillo, pertosse e rosolia). Esiste una corrente di pensiero che dice che vaccinare è potenzialmente rischioso e soprattutto c’è una possibilità che faccia venire l’autismo. Questa notizia che i vaccini possano causare l’autismo è venuta alla ribalta delle cronache anche molto di recente quando a Trani si è aperta un fascicolo d’indagine contro ignoti per una denuncia sporta dai genitori di due minori.

Cosa ci dice la scienza?

Nel 1998 appare su The Lancet (forse la più importante rivista medica al mondo) un articolo firmato da un certo dottor Andrew Wakefield nel quale si dimostra che l’insorgenza dell’autismo in 12 bambini è stato dovuto alla vaccinazione MPR. Panico, grandi discussioni, la gente comincia a diffidare dei vaccini.

Si diffida così tanto che in Giappone si sospende la vaccinazione obbligatoria e si crea un perfetto esperimento scientifico: da una parte c’è la fetta di popolazione che continua a vaccinarsi e dall’altro quella che decide di non vaccinarsi creando un perfetto gruppo di controllo.

Nel frattempo si scopre che i dati di Wakefield sono stati truccati per dimostrare il legame vaccino-insorgenza dell’autismo. 10 tra i 12 cofirmatari dell’articolo ritirano la propria firma e nel 2012 The Lancet ritira la pubblicazione. Wakefield viene radiato dall’ordine dei medici (anche se questo termine è improprio perchè gli ordini professionali esistono solo in Italia). Una collezione di link la trovate qui.

Non appena dei dati epidemiologici su autismo e vaccino sono stati disponibili per il Giappone si sono fatte le dovute comparazioni.  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22521285

Fate un giro su pubmed per vedere quante pubblicazioni siano state fatte su questo caso. Tutte indicano che non c’è correlazione tra autismo e vaccino.

Quindi, forse è la mala informazione che ci ha messo una pulce nell’orecchio (giustamente nel 1998 quando l’articolo di Wakefield è stato pubblicato) e che non ha corretto il tiro e non ha reso nota la conclusione della vicenda.

Inoltre c’è un vizio di fondo: la medicina NON è una scienza esatta. Basa le sue predizioni sull’esperienza (la statistica) ma gli individui sono diversi e quindi ognuno ha le sue specificità. Per esempio l’amniocentesi o villocentesi sono in grado di dare una risposta certa circa alcune malattie cromosomiche che il feto può sviluppare, ma hanno una probabilità di portare all’aborto dell’1% indipendentemente dalla mano di chi la fa o dal risultato dell’esame.  Quell’1% è il rischio che ti assumi come genitore nel fare quell’analisi: 99 la fanno e tutto ok, ma 1 la fa e perde il bambino.

Nel caso dei vaccini quell’1% non c’è. Magari c’è una correlazione temporale tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza dell’autismo che però non è un vincolo di causa effetto. Mi piace sempre ricordare in questi casi che il global warming può essere correlato alla diminuzione del numero di pirati nei caraibi, come dimostrato nel seguente grafico.

Correlazione tra il riscaldamento globale ed il numero di pirati

Correlazione tra il riscaldamento globale ed il numero di pirati

Sallusti 2

Grande prestazione del mitico Alessandro Sallusti che oggi sul Giornale scrive citando Wikipedia:

non mi stupisce la sua [di Berlusconi, nda] volontà di volersi comunque candidare alle elezioni europee. Io penso che la sua battaglia debba diventare la nostra perché togliere dalla competizione con una sentenza truffa il leader politico del centrodestra è cosa che non possiamo subire in silenzio. Il mio è un invito a essere tutti complici di una disobbedienza civile, pratica, il più delle volte nobile. Cito Wikipedia: «Negli Usa i diritti civili dei neri, pur concessi sulla carta, sono stati resi effettivi solo dalle campagne di disobbedienza civile di massa degli anni Sessanta. L’emancipazione nazionale indiana non sarebbe stata possibile senza le azioni di disobbedienza civile di Gandhi, che parlava anche di resistenza civile. Lo stesso Gandhi affermava: noi cessiamo di collaborare coi nostri governanti quando le loro azioni ci sembrano ingiuste. Questa è la resistenza passiva. In Italia ebbe una buona notorietà il saggio del 1965 L’obbedienza non è più una virtù di don Lorenzo Milani che appoggiava l’obiezione civile contro il servizio militare».

Come vedete, siamo in buona compagnia. Chi vuole disobbedire insieme a noi può testimoniarlo inviando una email con nome e cognome a berlusconi.candidato@ilgiornale.it o un fax allo 02.72.02.38.59. Facciamo sentire forte la nostra voce. Ne vale la pena, indipendentemente dal risultato che otterremo. E lo dobbiamo al Presidente per averci permesso di vivere questi vent’anni di libertà, bislacchi e pasticciati fino a che si vuole ma meglio che sudditi di una sinistra mascalzona.

Berlusconi come Gandhi o come Malcom X o Martin Luther King e’ addirittura migliore di Craxi statista … roba da pazzi.

Che si fa? Gli si manda un’email?

Esentasse

In questa campagna elettorale che altro non è che un grottesco dejà vù, vi racconto una storia. Voi fateci quello che volete.

Correva l’anno 1574 e gli spagnoli dominavano le terre d’Olanda. Durante la cosiddetta guerra degli 80 anni le provincie dei Paesi Bassi combatterono per la propria indipendenza. Tra queste, la città di Leiden, dove secoli dopo ho vissuto per 7 anni, fu assediata a lungo dai dominatori e gli abitanti furono costretti a rifugiarsi in un fortino costruito su di una piccola collina artificiale. Resistendo strenuamente riuscirono a liberarsi il 3 ottobre 1574 grazie all’intervento di Willem van Oranje, leader dell’insurrezione contro gli spagnoli.

Come premio per la loro forza e tenacia, e anche per aver scelto di annettersi al suo regno, Willem chiese agli abitanti di Leiden se volessero che non imponesse loro tasse per 10 anni oppure che fondasse a Leiden una università.

Fu così che nel 1575 fu fondata l’università di Leiden, la più antica d’Olanda. La fondazione dell’università fece di Leiden un attivo centro culturale e divenne traino per l’economia: per esempio nacquero le prime tipografie dove si stampavano libri grazie alla recente invenzione di Guttemberg. E ancora oggi, dopo oltre 430 anni, l’università occupa un posto primario nell’economia della città e dell’area limitrofa.

Pensate quanto sarebbe stato diverso questo racconto (e la realtà) nel caso che gli abitanti di Leiden avessero scelto di vivere esentasse per 10 anni.

Morto in Afghanistan

Ma lo sapevate che il 13 gennaio e’ morto un altro militare italiano in Afghanistan? Non e’ morto in azioni di guerra ma per un malore. Io non ne avevo sentito parlare finche’ non ho letto il comunicato del governo.

Resettiamo le banche

La cura lacrime e sangue mette qualche pezza, ma sentite qua…

chissa’ che ne pensa Enzino…

Colpo di stato

Colpo di stato in Italia, ma per oggi va bene…?

Cerco un bagno

Cerco un bagno, cosi’ si puo’ riassumere il congresso di Scilipoti. Meraviglioso servizio del TG3.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-02a463ab-9c69-4b38-8dd2-5a5085f3cbcc-tg3.html

Se sei racchia e fai schifo, te ne stai a casa.

Schietta e diretta questa arrivista (che comunque e’ una puttana) racconta una realta’ rivoltante.

Sallusti

Sallusti:

Ber­lusconi e Bossi “hanno voluto [...] riba­dire il loro diritto a deci­dere ­in un Paese dove go­vernare è impresa dispe­rata a meno che non si voglia sottostare agli or­dini di altri poteri, dal ca­po dello Stato ai magi­­strati, dai sindacati ai mezzi di informazione.

Governare non significa comandare o imperare. La prima regola della democrazia e’ che esiste la separazione dei poteri proprio per evitare la deriva autocratica. Chi glielo insegna a Sallusti?

Continua rendendoci sempre piu’ manifesto di ignorare il suddetto cardine dell’ordinamento democratico:

Poteri (i succitati ca­po dello Stato, magi­­strati, sindacati, mezzi di informazione, ndr) che hanno un filo rosso comune: essere ex, neo o post comuni­sti. Cioè parte di una sini­stra che non accetta la prima regola di una de­mocrazia: per cinque an­ni è legittimato a gover­nare chi vince le elezio­ni. Questo proprio non gli entra in testa, voglio­no comandare anche quando perdono.

Per 5 anni, gli italiani decidono di dare la propria rappresentanza in parlamento, non certo decidono che a comandare sia chicchessia e che, in ogni caso, questi non sia soggetto alla legge. Comunque riappare la confusione governare/comandare.

Segue un elenco di domande retoriche tra le quali spicca, per ignoranza dell’argomento del proponente il

Perché non porre il problema che se uno passa all’op­posizione deve lasciare libero il posto nelle com­missioni parlamentari che occupava in quanto maggioranza?

Forse perche’ c’e’ l’articolo 67 della costituzione? Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Segue finale scoppiettante da campagna elettorale: “più fe­deralismo e meno tasse, cioè più libertà”.

Amen