Entries from October 2008 ↓

Proteste contro la Gelmini ?

L’Italia dell’istruzione è nel caos, dalle elementari all’università, scuole occupate e manifestazioni in piazza. Oggi c’è anche lo sciopero generale.

Come normale i nostri giornalisti non sanno far altro che dar risalto ai disordini piuttosto che alle motivazioni ed in questi giorni non riesco a capire a fondo i motivi della protesta: cosa c’entra la Gelmini?

Abbiamo potuto verificare che col solito metodo berlusconiano –il governo propone, il parlamento approva senza discussione– è stato approvato il DL 137/2008, che contiene una serie di innovazioni, nel campo dell’istruzione pubblica, tipo il voto in decimi e la sufficienza che e’ 6/10 (Art.3), il voto in condotta (Art. 2), il maestro unico alle elementari (Art.4).

Oltre a questi articoli ce ne è uno molto importante, l’Art. 1 relativo all’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione“, cui dovrebbero anche essere sottoposti i nostri rappresentanti in parlamento.

L’Art.4 comma 2 è un link “all’articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito” nella legge 133/2008. Andando a leggersi questa legge, si legge, per esempio al comma 2 dell’articolo 64 “Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l’anno scolastico 2007/2008.

Il comma 6 recita “Fermo restando il disposto di cui all’articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall’attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l’anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012.” Ora, le economie di spesa credo significhi risparmi, quindi tagli di spesa; ma qui chiedo conferma.

Il succitato comma 9 recita “Una quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 è destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall’anno 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico.” E cioe’ dai risparmi derivati si leva il 30% e si da’ ai docenti delle scuole, che comunque avranno subìto un taglio del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (del 17%); probabilmente si pagheranno i docenti di più perché dovranno anche pulire la scuola.

Ma la legge 133/2008 è fenomenale e ha anche un bell’articolo, il 66, denominato Turn over. Questo articolo si riferisce, scavando a sufficienza nelle varie citazioni di leggi e decreti, alle amministrazioni pubbliche. “Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunita’ montane. e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale. — Art. 1 comma 2 DL 165/2001“.

Allora in questo Art.66 si chiede a questi enti di rimodulare le proprie necessità stante le presenti “misure di razionalizzazione, di riduzione delle dotazioni organiche e di contenimento delle assunzioni previste dal presente decreto.” Cosa si prevede in particolare?

Art.3 “Per l’anno 2009 le amministrazioni [...] possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell’anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell’anno precedente.

Il che tradotto in italiano significa che per 1 persona pensionata se ne può assumere a tempo indeterminato al massimo 1/10 fisicamente, ed altrettanto dal punto di vista economico. Cioè se si pensionano 10 docenti (in una scuola) che costano 100, si puo’ assumere al massimo una persona il cui salario non potra’ superare 10. Cioè pensioni 10 e assumi 1!

Il comma 5 estende gli effetti del comma 3 alle “stabilizzazioni di personale“. Cioè assunzione a tempo indeterminato dei precari.

I commi 7 e 12 riguardano la pianificazione, rispettivamente, per gli anni 2010-2011 e 2012 delle regole di cui ai commi 3 e 5. In questi anni cambiano le percentuali di assunzioni massime possibili, a fronte di pensionamenti o licenziamenti: il 20% negli anni 2010-2011 e il 50% nel 2012. A questo punto viene da chiedersi quando ci sarà la massa di pensionamenti dovuti alle assunzioni in massa post 68. Sarò malizioso ma avranno fatto i conti bene, così che ora che ci s’aspetta dei pensionamenti in massa, poi non si assuma in massa uguale –ma solo proporzionale– con conseguenti alleggerimenti delle spese.

Infine, in un crescendo alla Bolero di Ravel, si giunge al, mai troppo citato comma 13 che recita, in tutto il suo splendore, così: “Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 [...] nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e’ compreso, per l’anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l’anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. [...] In relazione a quanto previsto dal presente comma, l’autorizzazione legislativa di cui all’articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e’ ridotta di 63,5 milioni di euro per l’anno 2009, di 190 milioni di euro per l’anno 2010, di 316 milioni di euro per l’anno 2011, di 417 milioni di euro per l’anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013.”

Cioè, tutto quanto finora detto si applica anche all’università, ma non solo: coloro che nel corso del 2009 erano in via di stabilizzazione rientrano nelle normative succitate, ovvero nel 10%, e se non vi bastasse, i fondi del finanziamento ordinario delle università sono ridotti di:

  • 63,5 milioni di euro per l’anno 2009,
  • 190 milioni di euro per l’anno 2010
  • 316 milioni di euro per l’anno 2011
  • 417 milioni di euro per l’anno 2012
  • 455 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013

Queste, cari miei, sono le motivazioni che hanno portato allo sciopero generale e alle proteste di questi giorni, non il grembiulino della Gelmini. A mio vedere, l’approvazione del decreto Gelmini, non è altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, oppure la molla che ha fatto scattare il meccanismo.

La scuola, l’università e in generale il settore dell’educazione in Italia non è mai stato fiorente, sebbene con la presenza di centri di eccellenza; adesso è alla canna del gas.

Post Scriptum: l’informazione è talmente malata in Italia che io ho dovuto andare a leggermi le leggi per capire di cosa si stesse parlando. Questo lavoro dovrebbe essere fatto dai cosiddetti giornalisti, non da tutti i comuni cittadini. I giornalisti dovrebbero cominciare a prenderne coscienza, vergognarsi e ricominciare a fare quel lavoro che alcuni di loro ancora sanno fare e fanno.

Dare in numeri a casaccio

Dare i numeri, in Italia, rende: guardate il ministro, Nobel mancato (per amor della politica), Brunetta che gioca coi tagli alla ricerca, dice una cosa e ne fa un’altra. Tutto perche’ i giornalisti, quasi tutti, non sono preparati (per dirla bene) e non sanno mai ribattere.

Raccolta di firme contro il Lodo Alfano

Durante la nostra discesa per il matrimonio di Dani e Francesco abbiamo avuto il tempo di firmare per l’abolizione del cosiddetto Lodo Alfano, ovvero la legge che rende immuni le 4 piu’ alte cariche dello stato, recentemente approvata dal parlamento. Sebbene la legittimita’ della legge Alfano debba passare alla Corte Costituzionale, in quanto i giudici del processo Mills hanno sollevato la pregiudiziale di costituzionalita’, ritengo sia importante che gli italiani facciano sentire la loro voce; troppe volte zittita in nome della democrazia: “gli italiani ci hanno votato, e quindi ci supportano”.

Insomma, la delega alla rappresentanza non e’ senza limiti, non e’ che siccome ti abbiamo votato tu puoi fare tutto quello che vuoi. Per questo vi invito a fare come me e a lasciare la vostra inestimabile firma (di protesta).

Per dettagli sulle leggi che regolano i referendum consultate il nostro podcast Siee Giuee Accaso.

 
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Non c’e’ dubbio: porta male!

Adesso non c’e’ piu’ dubbio: Berlusconi e’ uno jettatore. Fateci caso:

  1. Vince le elezioni del 2001 e c’e’ l’11 settembre.
  2. Vince le elezioni del 2008 e c’e’ il credit crunch, crollano le borse e l’economia mondiale vacilla.

Per non contare poi che la coppa del mondo l’abbiamo vinta appena eletto Prodi, mentre gli europei li abbiamo perduti appena eletto Berlusconi.

Penso che per la nostra sopravvivenza dovremo riuscire a liberarci di Berlusconi che e’ un tale jettatore e portamerda.

Solo la pace protegge la liberta’ di stampa nel mondo post 11 settembre

Un recente report sulla liberta’ di stampa di Reporters Sans Frontiers ha dimostrato come le democrazie occupate in guerre fuori dei loro territori, come USA e Israele, scendano nella classifica (della liberta’ di stampa), mentre ogni anno molti paesi emergenti, specialmente in Africa e nei Caraibi diano maggiori garanzie per la liberta’ di stampa e ne concedano di piu’. Pertanto non e’ il mero ordinamento democratico a garantire la liberta’ di stampa ma la pace, come sottolineato anche dalla BBC.

Per quel che riguarda l’Italia nel 2008 la posizione in classifica e’ la 44-esima, dovuta in massima parte all’interferenza della politica e della mafia.

La “soluzione” per le frequenze di Europa7 (?)

Sembra che sul tavolo del sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani ci sia un piano, ovvero un’ipotesi di soluzione dell’annoso problema dell’assegnazione delle frequenze alla concessionaria Europa7. Il problema, come sappiamo, coinvolge anche Rete4 la quale occupa abusivamente da anni le frequenze concesse dopo gara d’appalto a Europa7.

Le sentenze del consiglio di stato e della corte europea impongono all’Italia di adempiere ai propri obblighi permettendo ad Europa7 di trasmettere in analogico.

La soluzione e’ semplice, dico io: si leva l’abusiva Rete4 e si fa trasmettere Europa7.Il piano in discussione , invece, prevede che le frequenze per la trasmissione in analogico di Europa7 vengano fornite da RaiUno. Come al solito, questo governo si distingue per un approccio statalista (comunista) nello spartire le perdite, ed un approccio liberista nello spartire le rendite.

Robadappazzi.

Fonte Articolo21:

Il processo Bolzaneto - Parte 2

In questa puntata continuiamo il nostro percorso nei fatti di Bolzaneto: ascolteremo la testimonianza, resa al processo, di uno dei 93 arrestati della scuola Diaz, B.G.S.. Come commentera’ il pubblico ministero “i fatti sono gia’ abbastanza eloquenti”.

Il commento musicale e’ di Stidiek e di Ramon Ruiz

Come materiale di supporto, ecco la trascrizione dell’udienza della teste, la sessantanovesima, celebrata il 24 ottobre 2006.

I link alla puntata in ogg o mp3

Oppure ascoltatelo online

 
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Che fine ha fatto Alitalia?

Nel mare dell’informazione italiana, ondivaga piu’ che mai, la vicenda Alitalia e’ stata soppiantata dalla crisi internazionale delle borse. Agli steward, piloti, hostess, hub, Malpensa, handling si sono sostituiti i vari subprime, dow-jones, Mibtel, futures e compagnia bella. Nel turbinare di informazioni, quasi sempre inutili ma sufficientemente scioccanti — choc e’ una parola chiave dell’informazione italiana– chi ci capisce qualcosa? L’unica cosa che rimane e’ questa sensazione di incognito e paura.

Ma insomma, Alitalia e’ fallita o no? Di chi e’? E’ del CAI (non ho mai capito come mai vogliono vendere la compagnia aerea al Centro Alpini Italiani, ti immagini? vorranno atterrare sulle mulattiere.)? Non e’ del CAI? Lufthansa che c’entra? Air France/KLM che dice? Colappiccolaninno?

Fortunatamente che c’e’ ancora questo zoccolo duro di veri giornalisti in Italia; tra questi quelli di Report che hanno fatto questa inchiesta su Alitalia. Sul sito di report la puntata e’ visibile in streaming.

La puntata si intitola ”L’intesa” di Giovanna Boursier.

Segue Sinossi:

Il 1° dicembre 2006 il governo Prodi decide la cessione del controllo di Alitalia. L’azienda e’ in vendita ai privati e chi vuole deve comprarsi dal 30 al 49% di Alitalia. Il titolo vola in borsa e circolano i primi nomi : AF/Klm, Lufthansa e spunta anche l’ipotesi di una cordata italiana.
Cominciano le trattative e si arriva all’esclusiva con Air France. Jean Cyrill Spinetta tratta con l’azienda e coi sindacati. Intanto cade il governo Prodi e, in campagna elettorale, Silvio Berlusconi dice che quella ad Air France e’ una svendita e propone una cordata italiana.
Il 2 aprile Spinetta abbandona il tavolo di trattativa con i sindacati. Dice che le condizioni poste sono inaccettabili. Silvio Berlusconi vince le elezioni e diventa Presidente del Consiglio. Il nuovo governo incarica Banca Intesa di fare un piano, e vengono varati alcuni decreti per andare in deroga alle leggi.
A Luglio nasce il ”Progetto Fenice”, ovvero la nuova partnership con Airone.
A fine Agosto Alitalia e’ commissariata. La nuova cordata si chiama Cai.
Si salva Alitalia, ma soprattutto Air One. Chi sono i soci, gli amministratori, i valutatori. Una cronologia dei fatti dal prestito ponte fino ad oggi, per capire se per l’interesse nazionale era l’unico affare possibile. Abbiamo intervistato tutti i protagonisti che hanno accettato di parlare con noi. Fra questi il Commissario Fantozzi, che alla domanda ”e’ stato approvato un emendamento che garantisce anche a Lei la manleva” la risposta e’ stata ”no, io non ho nessuna manleva”. Ma leggendo l’emendamento approvato il 2 ottobre al Senato, ci e’ sembrato di capire che, qualora la legge venisse approvata anche alla Camera martedi’ prossimo, una serie di reati non sarebbero configurabili oltre che per Alitalia, anche per tutti gli altri casi di bancarotta. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Cascini ha dichiarato che se questa norma verra’ approvata non saranno perseguibili anche le bancarotte commesse dagli amministratori di altre societa’ per le quali vi e’ stata la dichiarazione di insolvenza non seguita dal fallimento. Come per i crac Cirio e Parmalat. Il risultato e’ la abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi e da Cragnotti e dai loro correi. L’anticipazione di questa parte dell’inchiesta di Report da parte de La Repubblica ha suscitato la reazione del Governo. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha detto: ”O va via questo emendamento o va via il ministro” e ne ha assicurato la cancellazione.

 
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US elections exit-polls: Obama leads on McCain

Americans living abroad are already voting for the 4th november elections. We have performed an exit-poll* and the result is stricking:

Obama: 100%
McCain: 0%

There is no arguing with this figures: Obama’s results overwhelm McCain’s.

* The poll has been performed on two US nationals. The sample might not be fully representative. Don’t draw conclusions from this poll.

Vajont

Quarantacinque anni fa, il 9 ottobre 1963, la catastrofe del Vajont. Ricordo quando Raidue trasmise lo spettacolo di Marco Paolini, rimasi attaccato al televisore, rapito. Un fantastico spettacolo che Paolini definisce “diretta sulla memoria”.