Proteste contro la Gelmini ?

L’Italia dell’istruzione è nel caos, dalle elementari all’università, scuole occupate e manifestazioni in piazza. Oggi c’è anche lo sciopero generale.

Come normale i nostri giornalisti non sanno far altro che dar risalto ai disordini piuttosto che alle motivazioni ed in questi giorni non riesco a capire a fondo i motivi della protesta: cosa c’entra la Gelmini?

Abbiamo potuto verificare che col solito metodo berlusconiano –il governo propone, il parlamento approva senza discussione– è stato approvato il DL 137/2008, che contiene una serie di innovazioni, nel campo dell’istruzione pubblica, tipo il voto in decimi e la sufficienza che e’ 6/10 (Art.3), il voto in condotta (Art. 2), il maestro unico alle elementari (Art.4).

Oltre a questi articoli ce ne è uno molto importante, l’Art. 1 relativo all’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione“, cui dovrebbero anche essere sottoposti i nostri rappresentanti in parlamento.

L’Art.4 comma 2 è un link “all’articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito” nella legge 133/2008. Andando a leggersi questa legge, si legge, per esempio al comma 2 dell’articolo 64 “Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l’anno scolastico 2007/2008.

Il comma 6 recita “Fermo restando il disposto di cui all’articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall’attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l’anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012.” Ora, le economie di spesa credo significhi risparmi, quindi tagli di spesa; ma qui chiedo conferma.

Il succitato comma 9 recita “Una quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 è destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall’anno 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico.” E cioe’ dai risparmi derivati si leva il 30% e si da’ ai docenti delle scuole, che comunque avranno subìto un taglio del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (del 17%); probabilmente si pagheranno i docenti di più perché dovranno anche pulire la scuola.

Ma la legge 133/2008 è fenomenale e ha anche un bell’articolo, il 66, denominato Turn over. Questo articolo si riferisce, scavando a sufficienza nelle varie citazioni di leggi e decreti, alle amministrazioni pubbliche. “Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunita’ montane. e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale. — Art. 1 comma 2 DL 165/2001“.

Allora in questo Art.66 si chiede a questi enti di rimodulare le proprie necessità stante le presenti “misure di razionalizzazione, di riduzione delle dotazioni organiche e di contenimento delle assunzioni previste dal presente decreto.” Cosa si prevede in particolare?

Art.3 “Per l’anno 2009 le amministrazioni [...] possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni avvenute nell’anno precedente. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere non può eccedere, per ciascuna amministrazione, il 10 per cento delle unità cessate nell’anno precedente.

Il che tradotto in italiano significa che per 1 persona pensionata se ne può assumere a tempo indeterminato al massimo 1/10 fisicamente, ed altrettanto dal punto di vista economico. Cioè se si pensionano 10 docenti (in una scuola) che costano 100, si puo’ assumere al massimo una persona il cui salario non potra’ superare 10. Cioè pensioni 10 e assumi 1!

Il comma 5 estende gli effetti del comma 3 alle “stabilizzazioni di personale“. Cioè assunzione a tempo indeterminato dei precari.

I commi 7 e 12 riguardano la pianificazione, rispettivamente, per gli anni 2010-2011 e 2012 delle regole di cui ai commi 3 e 5. In questi anni cambiano le percentuali di assunzioni massime possibili, a fronte di pensionamenti o licenziamenti: il 20% negli anni 2010-2011 e il 50% nel 2012. A questo punto viene da chiedersi quando ci sarà la massa di pensionamenti dovuti alle assunzioni in massa post 68. Sarò malizioso ma avranno fatto i conti bene, così che ora che ci s’aspetta dei pensionamenti in massa, poi non si assuma in massa uguale –ma solo proporzionale– con conseguenti alleggerimenti delle spese.

Infine, in un crescendo alla Bolero di Ravel, si giunge al, mai troppo citato comma 13 che recita, in tutto il suo splendore, così: “Le disposizioni di cui al comma 7 trovano applicazione, per il triennio 2009-2011 [...] nei confronti del personale delle università. Nei limiti previsti dal presente comma e’ compreso, per l’anno 2009, anche il personale oggetto di procedure di stabilizzazione in possesso degli specifici requisiti previsti dalla normativa vigente. Nei confronti delle università per l’anno 2012 si applica quanto disposto dal comma 9. [...] In relazione a quanto previsto dal presente comma, l’autorizzazione legislativa di cui all’articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e’ ridotta di 63,5 milioni di euro per l’anno 2009, di 190 milioni di euro per l’anno 2010, di 316 milioni di euro per l’anno 2011, di 417 milioni di euro per l’anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013.”

Cioè, tutto quanto finora detto si applica anche all’università, ma non solo: coloro che nel corso del 2009 erano in via di stabilizzazione rientrano nelle normative succitate, ovvero nel 10%, e se non vi bastasse, i fondi del finanziamento ordinario delle università sono ridotti di:

  • 63,5 milioni di euro per l’anno 2009,
  • 190 milioni di euro per l’anno 2010
  • 316 milioni di euro per l’anno 2011
  • 417 milioni di euro per l’anno 2012
  • 455 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013

Queste, cari miei, sono le motivazioni che hanno portato allo sciopero generale e alle proteste di questi giorni, non il grembiulino della Gelmini. A mio vedere, l’approvazione del decreto Gelmini, non è altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, oppure la molla che ha fatto scattare il meccanismo.

La scuola, l’università e in generale il settore dell’educazione in Italia non è mai stato fiorente, sebbene con la presenza di centri di eccellenza; adesso è alla canna del gas.

Post Scriptum: l’informazione è talmente malata in Italia che io ho dovuto andare a leggermi le leggi per capire di cosa si stesse parlando. Questo lavoro dovrebbe essere fatto dai cosiddetti giornalisti, non da tutti i comuni cittadini. I giornalisti dovrebbero cominciare a prenderne coscienza, vergognarsi e ricominciare a fare quel lavoro che alcuni di loro ancora sanno fare e fanno.

4 comments ↓

#1 Luckigno on 10.30.08 at 4:52 pm

Il problema è che davanti a questo attacco frontale al nostro sistema d’istruzione c’è ancora chi cerca di difendere il decreto della Gelmini…io non so proprio dove andremo a finire!

#2 Raffaella on 10.31.08 at 7:19 pm

Aggiungerei un colpevole silenzio dei sindacati! io nella scuola ci lavoro e solo da poche settimane siamo stati ben informati di quanto stava succedendo…A tutt’oggi quando sento le interviste-tv dei sindacalisti della scuola mi viene la pelle d’oca. Hanno sempre un sorrisetto simpatico come stessero raccontando la favoletta e in realtà se ne fregassero le mani!Cosa che in effetti fanno. Sono riusciti ad organizzare uno sciopero unitario tardissimo, solo quando in tantissimi abbiamo minacciato di stracciare le tessere sindacali e ora si sono accorti di quanto sia sentito il problema e fanno a gara per prendersi il primo posto nella pubblica visibilità…
Mentre i giornalisti al posto di informare chiamano il ministro e telefonano in diretta alla sua maestra delle elementari!no-comment!

#3 Alcune cose su cui riflettere « Fabristol on 11.01.08 at 2:21 pm

[...] Da qui. [...]

#4 Ancora proteste « Davide Brundu Blog on 11.01.08 at 6:18 pm

[...] Gli scontri non si sono ancora placati sul decreto della Gelmini recentemente approvato, ho avuto la pazienza di leggerlo tutto, punto dopo punto, almeno per non confondermi fra la massa che invoca un cambiamento senza sapere nemmeno i contenuti del decreto. Ci sono molte cose contrastanti, se davvero i presupposti della Gelmini erano buoni questa legge non risolve granchè e non darà i risultati sperati, a mio parere è giusto che si razionalizzi e si tolgano gli sprechi dalle università, ma non si può di certo raggingere questo scopo cou una legge che taglia i fondi e basta. Serviva una legge che dicesse come usare i fondi dedicati a univeristà e ricerca in modo giusto, non una legge con dei tagli. Poi un altra cosa che mi riguarda personalemente: nel paese da dove ha origine la mia famiglia, nel nord Sardegna, la scuola verrà trasferita e più di 18,6 Km di distanza. Oltre al fatto del disagio per i trasporti c’è anche il triste danno sociale che avviene per un paese che perde la propria scuola. E chissà quanti paesi in tutta Italia sono nella stessa situazione. Questa legge va rivista, centinaia di persone perderanno il posto di lavoro, è impensabile. Per quanto riguarda gli scontri di Piazza Navona, beh dobbiamo sempre farci riconoscere, il non essere in grado di portare avanti una protesta in modo pacifico fa capire quanta inciviltà esiste ancora nel Paese. E per tutti quelli che dicono “Gli scontri sono stati causati dalla sinistra!”, “Gli scontri sono stati causati dalla destra!”, anche qui non avevo dubbi, sarei rimasto stupito se non le avessero dette queste frasi. Come ho scritto nell’altro post, in Italia la politica è malata da una grave irresponsabilità, è fatta solamente di insulti agli avversari, si utilizza e si strumentalizza ogni occasione, dalla più banale alla più seria, per denigrare e attaccare l’avversario politico. Nessuno è capace di dialogo, nessuno lo vuole, tutti vogliono comandare e per questa ricerca del potere e del controllo delle masse si fa e si dice qualsiasi cosa pur di rendere l’avversario politico un insulso essere insignificante mentre invece dovrebbe essere un collega, con idee opposte alle nostre, e proprio per questo motivo utile per cooperare insieme a cura del Paese, mi dispiace sfociare nell’antipolitica ma è nella realtà dei fatti. E soprattutto quando avvengono scontri come quelli di Piazza Navona bisogna prendere le distanze, chiunque abbia iniziato, perchè gli scontri violenti e non democratici sono il fallimento della politica stessa, qualunque fazione o ideale sia, non è accettabile che una protesta sfoci in delle manifestazioni violente del genere. Comunque ritornando al discorso iniziale i tagli ai fondi alle università, in pieno contrasto col trattato di Lisbona che prevede un aumento dei fondi per la ricerca sono questi (da qui): [...]

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